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Fase 2: “le Partite Iva pretendono certezze”

Le Partite Iva italiane e i dipendenti delle loro aziende vagano nel labirinto del Minotauro temendo per il loro avvenire e sono in attesa di un segnale concreto da parte del Governo.

Oltre un milione e mezzo di aderenti, espressione dei maggiori gruppi e movimenti delle categorie economiche che si sono unite tra loro in una forte massa critica, proclamano il loro “Manifesto”. Quattro i punti basilari: 18 mesi esentasse – Lotta alla burocrazia – Contributi a Fondo Perduto – Istituzione di un Tavolo Unitario di Confronto.

Se non riceveranno entro e non oltre il 30 maggio prossimo una risposta definitiva da parte del Premier Giuseppe Conte, le Partite Iva annunciano fin d’ora una serrata ad oltranza.

“Questo Sistema sta gettando caos e sgomento in gran parte delle famiglie italiane che traggono il sostentamento dal frutto delle loro attività. Spingerle alla esasperazione comporta solo l’avvilimento dell’entusiasmo e della creatività tipica del Popolo italiano” commenta Mariapaola MELI, presidente della AEC Europa – Partite IVA Sportello Amico – sostenendo l’iniziativa avviata dai maggiori raggruppamenti italiani. “Ci auguriamo che il Governo non si celi dietro melliflue promesse o machiavellici inganni ma ascolti la voce delle Partite Iva, uno dei fulcri vitali dell’intera economia nazionale. Se non accolti i messaggi e rese vane le manifestazioni e le proteste, noi proponiamo fin da ora una seria Azione Comunitaria, Concreta e in conformità ai Diritti Costituzionali che ci contraddistinguono e guidano“.

La palla passa al Governo e i tempi sono maturi ma risicati. Il futuro dell’asse portante dell’economia nazionale dipende da queste decisioni e non ci sono spazi per le incertezze. La fiducia finora data alla classe politica da tutte queste famiglie deve essere ripagata.

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